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Top 11 mondiale: stagione 2018/2019
Chi sono stati i migliori di questa stagione?
Alisson: Per il portiere brasiliano è solamente la seconda stagione a grandi livelli, ma nonostante ciò si conferma il miglior portiere di questa stagione. Complici le pessime stagioni di portieri di grande livello come Neuer, De Gea e Courtois e con una menzione particolare a Oblak e Handanovic che hanno comunque fatto delle ottime stagioni, Alisson merita largamente il titolo di "miglior portiere dell'anno".


Alexander-Arnold: Grande rivelazione di un grande Liverpool, Alexander-Arnold ha compiuto una stagione straordinaria "auto-lanciandosi" nell'olimpo dei grandi terzini. Il terzino inglese alterna un ottimo atletismo ad una grande intelligenza tattica, le capacità tecniche sono migliorabili ma ha tutta una carriera davanti per lavorarci su.

Jordi Alba: Ennesima stagione ad altissimo livello per il terzino spagnolo, grande corsa e grandi doti tecniche che gli permettono di servire i suoi compagni in maniera eccelsa.

Van Dijk: Difensore centrale vecchio stampo: ruvido roccioso e abile di testa. Una sicurezza per il reparto difensivo di Jurgen Klopp.

De Ligt: Grandissima rivelazione di questa stagione. De Ligt, capitano dell'Ajax dei "ragazzini" che ha saputo arrivare in semifinale di Champions League confidando solamente nel talento di giovani calciatori. De Ligt è stato il perfetto manifesto di questo Ajax, difensore pratico ma impeccabile, ultimo uomo e goleador. Non è assolutamente un caso che tutti i top club europei siano interessati a lui.

Pogba: Dopo un paio di stagioni sottotono sembra essere ritornato quello di una volta, un avvio di stagione non brillantissimo, complice la scarsa intesa con l'ex allenatore, la seconda parte di stagione è stata fantastica ed è riuscito a salvare il Manchester United da un completo fallimento. Possibile ritorno in Italia? Staremo a vedere.

De Jong: Ennesimo talento del vivaio olandese dell'Ajax, centrocampista completo, con grandi doti sia offensive che difensive, capace sia di costruire che di finalizzare e a dir poco essenziale in fase di transizione. Ufficiale il suo trasferimento al Barcellona per la prossima stagione, non credo sia proprio un caso.

Eriksen: Uno dei pochi talenti "nordici" in circolazione, il fuoriclasse danese dotato di eccezionale intelligenza tattica ha trascinato il Tottenham sino alla finale di Champions League. Ovviamente c'erano molti altri centrocampisti oltre a lui che meritavano questo posto, ma ho voluto premiarlo per l'incredibile traguardo europeo raggiunto.

Messi: Semplicemente il giocatore più forte della storia. Scarpa d'oro vinta con numerosi gol di distacco, semifinale d'andata vinta da solo ed un campionato dominato dall'inizio alla fine. Compie un sorpasso decisivo su Cristiano Ronaldo (per il momento)

Mané: Primo giocatore senegalese a conquistare una Champions League. Ha avuto una crescita esponenziale nel corso di quest'anno, sul podio come gol più bello dell'anno e al vertice della classifica marcatori. Candidato alla vittoria del prossimo pallone d'oro

Salah: Capocannoniere della Premier League insieme a Mané, Salah dopo la strabiliante stagione precedente si è riconfermato a livelli per molti inarrivabili. La conquista della Champion League è solo la ciliegina sulla torta di un'annata straordinaria. Se Messi e Ronaldo non ci fossero sarebbe lui a conquistare il panorama mondiale.
De Angelis Matteo
Massimiliano Allegri: top player
E' lui il vero valore aggiunto di questa Juventus?
Massimiliano Allegri, dopo una carriera da calciatore non molto notevole, approda sulle panchine nel 2003 ma si consacra solo nel 2008 alla guida del Cagliari.
Dopo aver mostrato le sue abilità eccelse viene ingaggiato dal Milan dove vincerà il campionato con l'aiuto di giocatori come Ibrahimovic e Thiago Silva.
Tutt'oggi è in forza alla Juventus con cui vince il campionato da ormai 6 anni consecutivi. Viene spesso criticato per i suoi moduli a volte strani, per il suo adattare calciatori in ruoli che non gli appartengono e per le pochissime sconfitte subite dalla Juve nella sua ormai longeva gestione. Molti si dimenticano di quanto questo allenatore sia fenomenale.

Partiamo col dire che da un punto di vista gestionale è il migliore al mondo. È un allenatore che gestisce lo spogliatoio in maniera impeccabile, sa far crescere i giovani dandogli la giusta importanza, ne sono la dimostrazione Pogba, Vidal, Morata e i tutt'ora juventini Bentancur e Kean; insomma date un giovane talento nelle mani di Allegri e diventerà sicuramente un campione.
Le sue capacità tecniche sono unite ad una intelligenza sopraffina che gli permette di vincere ogni sfida che gli si pone davanti. Per il momento la sua "bestia nera" si è rivelata la tanto ambita Champions League, traguardo sfiorato varie volte. Sinceramente gli faccio i miei migliori auguri dato che allenatori del genere sono più unici che rari.
Matteo De Angelis
Lopetegui e Mourinho
Hanno realmente fallito?
Dopo l'esonero (ormai non più recente) di questi due allenatori ci siamo tutti posti la seguente domanda: "Com'è possibile che due allenatori così esperti e con una carriera di vittorie alle spalle, non siano riusciti ad incidere con due dei club migliori d'Europa?"
Quando una squadra non vince, oltre che ai giocatori e l'allenatore, la colpa viene estesa su tutta lo società, a partire dallo staff tecnico sino ad arrivare allo stesso presidente. Nonostante ciò nell'ultimo periodo abbiamo visto puntare il dito a questi due allenatori, incolpandoli di aver gestito in maniera pessima un gruppo di campioni che molte squadre invidiano. Ma analizziamo i singoli casi.

Julen Lopetegui, allenatore che dopo aver guidato ottimamente una spagna piena di campioni, si trova davanti un'impresa ardua e soprattutto in un momento scomodo. Dopo una supremazia (durata circa 3 anni) del Real Madrid sotto la guida di Zidane, il giocatore simbolo e trascinatore del Real Madrid, Cristiano Ronaldo, decide di abbandonare il club insieme all'allenatore stesso per cimentarsi in una nuova avventura. A questo punto la società compie una mossa probabilmente affrettata, ad una sola settimana dall'inizio del mondiale strappa Julen Lopetegui alla nazionale spagnola ed inizia la nuova stagione sotto la sua guida. Il clima in estate non è dei migliori dato che molti giocatori fondamentali di quella squadra vengono accostati ad altri club e sembrano quasi doversene andare. Così a settembre Lopetegui si trova davanti una squadra piena di giocatori scontenti e stanchi di quell' ambiente che non seguono le sue direttive e che creano un clima-spogliatoio terribile.

Per quanto riguarda Jose Mourinho, considerato uno dei migliori allenatori del mondo, decine di trofei vinti con diversi club ed uno storico "triplete" ottenuto alla guida dell'Inter, viene ingaggiato dal Manchester United. Dopo una dignitosa prima stagione, la seconda si trasforma in un incubo. I giocatori si scontrano contro la forte personalità di Mourinho e smettono di seguirlo. Giocatori del calibro di Pogba e Lukaku rendono in campo un quarto del loro potenziale e costringono la società a dover esonerare Josè.
È davvero giusto attribuire a questi due allenatori la colpa degli insuccessi di questi due club?
Matteo De Angelis
Top 11 del campionato italiano (Girone d'andata 2018/2019)
Chi sono stati i migliori di questo girone d'andata?
Tra sorprese, conferme e illustri esclusioni andiamo a scoprire chi sono stati, a mio avviso, i migliori 11:
Gianluigi Donnarumma: portiere molto giovane dotato di un talento straordinario, caratterizzato da una reattività fuori dal comune intaccata purtroppo da qualche carenza tecnica. Si è giocato il posto sino all'ultimo con il portiere juventino Szczesny, ma ho deciso di premiarlo per la maturità dimostrata nel superare il precedente ed ormai remoto momento difficile.


Joao Cancelo: terzino portoghese che dopo aver giocato metà della scorsa stagione tra le fila dell'Inter è stato acquistato dalla Juventus la scorsa estate. Si tratta di un esterno difensivo completo con ottime qualità tecnico-tattiche, indubbiamente il migliore di questa stagione sino ad oggi.
Giorgio Chiellini: dopo l'addio di Buffon diventa capitano, e acquista ancora più sicurezza di quanta ne avesse già. Il pilastro della nazionale italiana ormai è considerato uno dei migliori difensori centrali al mondo.


Kalidou Koulibaly: difensore roccioso, veloce, e tecnicamente "educato". Colonna portante della squadra partenopea ha tutte le qualità per arrivare a grandi livelli.
Aleksándar Kolárov: è stato difficile scegliere il terzino sinistro, dato che in questi cinque mesi non ci sono state particolari eccellenze. La scelta infatti è ricaduta su Kolárov, difensore serbo diventato ormai una sicurezza per la squadra giallo-rossa.


Blaise Matuidi: il mediano neocampione del mondo, punto fermo della capolista Juventus, si è confermato per l'ennesimo anno un ottimo centrocampista, poco appariscente ma molto duttile ed efficace.
Allan: il soprannome di "mastino napoletano" gli si addice perfettamente; lotta su ogni pallone giocabile e sembra avere polmoni infiniti. Nonostante le voci di questi giorni che associano il suo nome a quello del Paris Saint-German, Allan in questo campionato è stato una piacevole sorpresa condita da un rendimento costante.


Suso: miglior assist-man del campionato (8 assist realizzati). Uno dei pochi intoccabili di questo Milan, impiegato principalmente come esterno ma spesso e volentieri anche come trequartista.
Fabio Quagliarella: mister evergreen. Attualmente capocannoniere della Serie A, con i suoi 16 gol trascina la Sampdoria ad un sesto posto impensabile ad inizio stagione. Quaglia-gol dimostra a tutti che l'età anagrafica è solo un numero quando si ha voglia di fare bene.


Duván Zapata: nell'ultimo mese ha segnato una miriade di gol. Dopo una partenza leggermente in sordina, Zapata si è mostrato come l'ottimo che è; precisione, velocità e fisico imponente. Sicuramente il finalizzatore colombiano è una risorsa ottima per l'Atalanta.
Krzysztof Piątek: il pistolero polacco, dopo il perfetto avvio di stagione con il Genoa, è stato acquistato dal Milan alla roboante cifra di 40 milioni e, fino ad oggi, li vale fino all'ultimo centesimo.

È giusto citare anche i grandi esclusi da questa top 11, giocatori come: Škriniar, Ronaldo, Hamsik, Insigne, Icardi e via discorrendo sono campioni ormai affermati che hanno brillato senza però superare le aspettative già esistenti. Mentre giovani come Zaniolo, Calabria, Barella e Pellegrini fanno sicuramente parte del futuro del nostro campionato italiano.
Matteo De Angelis
Fair play finanziario
Cos'è? Come funziona? Facciamo chiarezza.
Il fair play finanziario è un progetto ideato da Michel Platini nel 2009, creato per ridurre il "gap" tra le squadre aventi una società molto ricca e quelle squadre che cercano di emergere e farsi notare senza avere una base economica idonea.
L'obbiettivo del progetto è quello di indurre la società ad una auto-sostenibilità economica, valorizzando le strutture e i settori giovanili cercando di limitare il fenomeno dell'inflazione nel mondo del calcio.
Ma come agisce la UEFA per far si che tutto ciò avvenga?
Il funzionamento è pressoché semplice, ogni squadra di livello europeo o appena al di sotto di questo è obbligata ad investire nella campagna acquisti una cifra pari o inferiore a quella dei propri guadagni annuali, ovviamente le spese che riguardano infrastrutture e settore giovanile non presentano alcun limite economico. Ad esempio, una squadra che nell'arco di una stagione guadagna tramite merchandising e plusvalenze un'ipotetica cifra di 50 milioni di euro, nella sessione di mercato non può permettersi di andare oltre a quella cifra.
Il controllo di questi bilanci è di tipo triennale, ciò vuol dire che dopo tre anni la società deve avere un bilancio uguale o maggiore rispetto a quello precedente.
Una squadra che ha investito in maniera impeccabile basandosi su questa regola del fair play finanziario è stata la Juventus, che investendo sullo stadio di proprietà e acquistando giovani per poi rivenderli ottenendo delle ottime plusvalenze riesce ad avere un potere d'acquisto maggiore rispetto alle altre squadre chiudendo ogni anno il suo bilancio in positivo.

Ma cosa succede a quelle squadre che non rispettano questa regola?
Le sanzioni possono essere di varia entità e dipendono dalla passività del bilancio di una determinata squadra, se ad esempio una squadra chiude i tre anni con un passivo di molti milioni di euro andrà incontro ad una sanzione più pesante rispetto ad una squadra che presenta una passività di qualche migliaio di euro. Queste sanzioni possono andare da una lieve multa ad una esclusione dalle coppe europee per diversi anni.
Questa regola partendo dalle serie maggiori si sta diffondendo fino ad essere obbligatoria (per il momento solo in Inghilterra) anche alle serie minori ed è destinata ad essere una regola fondamentale del calcio mondiale.
Matteo De Angelis
Il Liverpool domina in Inghilterra
Qual è il segreto dei Reds?
Dopo lo schiacciante dominio del Manchester City nella scorsa stagione la Premier League quest'anno sembra riservarci più sorprese.
In testa troviamo il Liverpool con quattro punti di vantaggio sul Manchester City di Guardiola, a seguire Tottenham, Chelsea e Arsenal raggruppate in pochi punti.
Ma soffermiamoci sulla capolista inglese: il Liverpool guidato da Jurgen Klopp.

Dopo l'inaspettato cammino europeo dello scorso anno interrotto solamente in finale dal Real Madrid, la società ha deciso di "puntellare" la rosa con degli innesti mirati cercando inoltre di trattenere i propri fuoriclasse.
Nell'estate del 2018 viene sostituito il portiere Karius con Alisson, portiere protagonista di un'ottima stagione alla Roma, strappandolo ai giallo-rossi per ben 72,5 milioni di euro. Il portiere brasiliano si è rivelato un ottimo acquisto, le 12 partite con rete inviolata ne sono la dimostrazione.
Un fondamentale compagno di Alisson in ambito difensivo è Virgil Van Dijk cresciuto, come rendimento, in una maniera esponenziale nell'ultimo anno; ci basta pensare che in 29 partite disputate ha subito ben 0 dribbling. Questi due giocatori insieme ad altri compagni, come ad esempio Robertson e Alexander-Arnold (terzini di ottima spinta) contribuiscono a rendere la difesa del Liverpool la migliore del campionato (solamente 10 gol subiti).
Alla manovra difensiva e spesso anche offensiva partecipa anche il mediano Fabinho, diventato ormai un perno fondamentale del centrocampo, aiutato da giocatori molto tecnici come Wijnaldum e Keita.

Il "pacchetto" offensivo oltre ad essere composto dall'ormai classico tridente composto da: Salah, Manè e Firmino (29 gol complessivi); vanta la presenza del neoacquisto Shaqiri che con i suoi 6 gol contribuisce a uno dei reparti offensivi più prolifici d'Europa.
Tutto questo "meccanismo complesso" è gestito dal tecnico tedesco Jurgen Klopp che grazie alla sua grinta e alla sua mentalità prettamente offensiva riesce ad ottenere il meglio dai suoi giocatori.
Riuscirà il Liverpool a stupirci anche quest'anno?
Matteo De Angelis
Supercoppa Italiana 2019
Come arrivano al match le due squadre?
Il 16/01 si giocherà la finale di Supercoppa Italiana.
La prima pretendente della coppa è la Juventus, squadra prima in classificata in campionato e costruita, mai come quest'anno, per vincere.
Il suo avversario sarà il Milan, attualmente quinto in campionato che cercherà di portarsi a casa la coppa battendo una squadra, a detta di molti, invincibile.
La Juventus si presenta alla sfida carica di entusiasmo e consapevolezza: campione d'inverno con 12 punti di vantaggio, qualificata alla fase ad eliminazione diretta della UEFA Champions League e un Cristiano Ronaldo in splendida forma.

Tuttavia, la storia ci insegna che queste partite possono essere imprevedibili, soprattutto se il tuo avversario è una squadra come quella del Milan, probabilmente la squadra più imprevedibile del campionato italiano.
Un Milan con una rosa ricca di giovani e qualche giocatore esperto, costruita per ripartire da una situazione che era diventata ridicola e disastrosa puntando sul mister Gennaro Gattuso ed i suoi giovani talenti italiani.
La Juventus è nettamente favorita ma nelle ultime due edizioni, a Doha contro il Milan e nel 2017 contro la Lazio, non è riuscita a conquistare il titolo nonostante l'immensa superiorità sulla carta in entrambi i casi.
Chi avrà la meglio? La perfezione esecutiva della Juventus o l'imprevedibilità del Milan?
Matteo De Angelis
Razzismo nel mondo del calcio
Condannare o ignorare?
Negli ultimi gironi ha fatto scalpore il caso di Kalidou Koulibaly, difensore senegalese appartenente alla squadra del Napoli. Il difensore partenopeo nella gara di San Siro contro l'Inter, partita fondamentale per quanto riguarda la qualificazione in UEFA Champions League, è stato vittima di cori razzisti che hanno provocato la sua reazione eccessiva puntualmente condannata dal direttore di gara con un'espulsione.
Basandosi su questo caso estremamente recente, sono state formulate due tesi che cercano di trovare una soluzione al problema.

"Eventi del genere sono da ignorare, i calciatori sono professionisti e non devono farsi condizionare dal pubblico". I sostenitori di questa tesi ritengono che un calciatore, in quanto professionista, debba ignorare ogni tipo di insulto e critica, poiché essendo una persona estremamente in vista il suo comportamento deve risultare esemplare. Sono numerosissimi i casi di calciatori che ignorano questi cori percorrendo la loro strada, riuscendo a non dare peso a queste critiche. Un esempio è il caso del difensore brasiliano Dani Alves, campione brasiliano in servizio al Barcellona per molti anni, il quale vedendo lanciarsi addosso una banana da un tifoso (gesto che ti paragona ad una scimmia) rispose a questa brutta azione mangiando la banana del tifoso con l'intento di far capire che tutte queste critiche riguardanti il colore della sua pelle erano completamente insignificanti per lui.
"Questi gesti sono da condannare severamente, finchè non verranno presi seri provvedimenti questi episodi si continueranno a verificare negli stadi". Nel corso degli anni moltissimi calciatori si sono battuti e ribellati contro queste forme di razzismo, il caso più eclatante fu quello si Samuel Eto'o, fuoriclasse camerunese, che dopo essere stato vittima di questi episodi per tutta la sua carriera decise di dedicare parte della sua vita alla lotta contro il razzismo (Fu premiato a Londra con la Medal of Tolerance per il suo impegno contro il razzismo). Altri casi di "ribellione" furono quelli Kevin Prince Boateng e Sulley Muntari che, stufi dei continui cori, si ribellarono: il primo calciando il pallone contro la tribuna avversaria facendo sospendere la partita, il secondo venne ammonito e successivamente squalificato per aver protestato durante la gara chiedendo di sospendere la partita.
Sicuramente questi atteggiamenti da parte dei tifosi sono totalmente sbagliati e purtroppo episodi del genere si verificano da molti anni. E' quindi corretto rimanere in silenzio ed ignorare oppure bisogna reagire per cercare di mutare questa brutta abitudine?
Matteo De Angelis
Lionel Messi vs Cristiano Ronaldo: Magia vs Scienza
Eterni rivali o campioni paralleli?

Questi due uomini hanno costellato di trofei la propria carriera: dai campionati alla UEFA Champions League, dalla scarpa d'oro al pallone d'oro.
Certamente non si possono criticare campioni del genere, ma spesso ci troviamo a dover scegliere il migliore tra i due. Chi dobbiamo preferire? Il mago del pallone o la macchina da guerra?
Ci troviamo davanti a due calciatori completamente diversi: Lionel Messi, fuoriclasse argentino, dotato di una velocità e di un dribbling fuori dal comune che si aggiungono ad una visione di gioco impressionante. Un uomo molto riservato e poco appariscente, tranne quando ha la palla tra i piedi.
Dall'altra parte troviamo Cristiano Ronaldo, campione portoghese caratterizzato da un fisico scultoreo che gli permette di fare qualsiasi tipo di giocata e gli concede un atletismo che gli invidiano tutti gli sportivi. Si è fatto notare anche al di fuori del campo pubblicando la sua linea di intimo CR7, che è una marca ormai diffusissima al giorno d'oggi.
Due professionisti che
sono riusciti a scrollarsi di dosso i rispettivi paragoni con Maradona e
Ronaldo Nazàrio, facendosi strada per circa 15 anni in una carriera di numerosi
successi. Ora sta a voi, è necessario preferire uno dei due o si può
semplicemente godersi questa sana e strabiliante competizione a distanza?
Matteo De Angelis